La miniatura merovingia
Anche
nei
territori
franchi,
al
pari
delle
isole
britanniche,
si
venne
sviluppando
una
scuola
particolare,
quella
merovingia,
sulle
cui
origini
gli
studiosi
sono
discordanti.
Sono
state
proposte
diverse
ipotesi,
tra
le
quali
una
derivazione
orientale,
in
particolare,
per
la
somiglianza
stilistica,
copta
o
armena.
I
codici
copti
e
armeni
che
si
sono
conservati
sono
tuttavia
successivi
alle
prime
testimonianze
merovinge,
e
questo
potrebbe
anche
rendere
plausibile
un’influenza
inversa.
Quello
che
appare
certo
è
che
la
scuola
merovingia
non
fece
propri
i
modelli
delle
popolazioni
burgunde
stanziate
prima
dei
Franchi
nei
territori
dell’antica Gallia sud-orientale, e perciò è possibile escludere una genesi autoctona.
In
modo
opposto
alla
anglo-irlandese,
la
miniatura
merovingia
–
che
prende
il
nome
dalla
dinastia
dei
Merovingi,
che
governò
i
regni
franchi
dal
457
al
751
d.C.
–
si
espanse
da
sud-
est
verso
nord.
Probabilmente
essa
iniziò
il
proprio
cammino
dal
monastero
di
Luxeuil,
fondato
dal
monaco
irlandese
san
Colombano
nel
590,
per
espandersi
verso
la
regione
di
Parigi.
E
infatti
le
prime
tracce
documentate
di
questa
scuola
risalgono
alla
fine
del
VII-inizio
dell’VIII
secolo,
e
si
riscontrano
nei
monasteri
di
Chelles
e
Saint-Denis,
entrambi
vicini
a
Parigi, e a Metz e Laon, tra il fiume Mosella e la Piccardia, nel nord-est dell’attuale Francia.
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