Prima
che
la
travagliata
situazione
politica
del
continente
europeo,
alle
prese
con
la
nascita
e
la
stabilizzazione
dei
cosiddetti
regni
romano-germanici,
lasci
spazio
alla
miniatura
insulare,
prima,
e
merovingia,
poi,
in
cui
grande
importanza
avrebbe
avuto
la
decorazione,
è
possibile
citare
un’ultima
testimonianza.
Ben
lontano
dall’essere
influenzato
dalla
tradizione
romana,
il
Pentateuco
Ashburnham
(fig.
6,
Mosè
riceve
le
tavole
della
Legge
),
risalente
al
VI-VII
secolo,
unico
Pentateuco
conservatosi
di
tutto
l’Alto
Medioevo,
è
certamente
l’espressione
di
un
atelier
collocato
in
una
delle
antiche
province
imperiali,
che
si
tratti,
come
è
stato
ipotizzato,
dell’Africa
settentrionale,
della
Spagna
o
dell’Illiria.
La
composizione
densa,
i
colori
intensi,
le
figure
affollate
e
la
narrazione
vivida
che
in
esso
si
manifestano
sono
un
unicum
nella
storia
dell’arte
miniata
dell’epoca.
Una
unicità
che
documenta,
tuttavia,
l’esistenza
–
come
affermato
da
Elias
Avery
Lowe
–
di
centri
volutamente
lontani
e rigettanti
la grande corrente latina
.
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