Tra
il
IV
e
il
V
secolo,
in
contrapposizione
all’affermarsi
del
cristianesimo,
l’aristocrazia
romana
ancora
legata
al
paganesimo
continuò
a
curare
le
edizioni
di
classici
della
letteratura
latina,
come
mostra
il
codice
conosciuto
come
Virgilio
Vaticano
(fig.
2).
Nelle
illustrazioni
presenti
in
quest’opera
sono
evidenti,
da
una
parte,
la
ripresa
delle
pitture
parietali
in
stile
pompeiano,
dall’altra,
il
legame
con
la
miniatura
orientale
dell’impero,
quella
che
più
tardi
sarebbe
stata
definita
bizantina.
A
queste
edizioni
lussuose
si
affiancano,
per
quanto
sporadiche
siano
le
testimonianze
arrivate
fino
a
noi,
un’arte
popolare,
quale
quella
presente
nel
cosiddetto
Virgilio
Romano
(fig.
3).Con
il
VI
secolo
e
il
consolidamento
del
cristianesimo
a
Roma,
nella
produzione
libraria
e
nell’arte
miniata
è
la
letteratura
cristiana.
I
testi
maggiormente
editi
sono
gli
evangeliari
e
le
Sacre
Scritture.A
volte
queste
ultime
limitano
la
presenza
di
illustrazioni
o
decorazioni
alle
tavole
di
concordanza
tra
i
quattro
vangeli
che
Eusebio
di
Cesarea,
vescovo
e
storico
del
IV
secolo,
aveva
introdotto
nell’Oriente
cristiano
e
che
san
Girolamo
aveva
introdotto, un secolo più tardi, nella traduzione latina della Bibbia, la cosiddetta Vulgata.
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