In
Sicilia,
invece,
l’arte
miniata
si
espresse
attraverso
il
recupero
della
tradizione
bizantiniggiante
avvenuto
con
la
cosiddetta
Rinascenza
Paleologa.
Testimonianza
ne
sono
una
Bibbia
ora
a
New
York
(Pierpont
Morgan
Library,
Glazier
60)
e
un
Leggendario
dei
santi
conservata
a
Torino
(Biblioteca
Nazionale,
I.II.17),
che
riprendono
mosaici
e
affreschi
della
Chiesa di San Salvatore in Chora a Costantinopoli.
Tutta
la
penisola,
tuttavia,
partecipa
allo
splendore
dell’arte
miniata
del
Trecento.
Si
possono
ricordare,
in
primo
luogo,
Rimini, con Neri da Rimini, e Firenze, con il
Maestro
del
Biadaiolo
,
che
illustra
il
Biadaiolo
fiorentino
,
contenente
lo
Specchio
umano
di
Domenico
Lenzi
(Firenze,
Biblioteca
Medicea
Laurenziana,
ms.
Tempi
3)
e
il
Maestro
Daddesco
(fig.
56),
che
minia
numerose
opere,
tra
le
quali
tre
corali
ora
conservati
a
Roma
(Santa
Croce
in
Gerusalemme,
Biblioteca
Sessoriana,
A,
B,
C).
In
Toscana
vi
è
anche
Siena,
in
cui
anche
pittori
come
Ambrogio
e
Pietro
Lorenzetti,
e
Simone
Martini
–
autore
del
frontespizio
al
Commento
di
Servio
a
Virgilio,
del
1340,
appartenuto
a
Petrarca
(fig.
57)
–
si
dedicarono
alla
miniatura.
In
ultimo
sono
da
citare
Perugia,
con
Matteo
di
Ser
Cambio,
e
Roma,
con
il
Maestro
del
Codice
di San Giorgio
.
capitolo successivo
pagina precedente