Una
n
uova
fase
vede
protagonisti
il
Maestro
del
1328
,
che
prende
il
nome
dalla
Matricola
dell’Arte
dei
Merciai
di
quell’anno
(Bologna,
Museo
Civico
Medievale,
ms.
633),
e
il
miniatore
conosciuto
con
il
nome
de
L’Illustratore
.
Il
primo
è
autore
di
altre
importanti
opere,
come
il
Decretum
Gratiani
di
Madrid
(Biblioteca
Nacional,
ms.
Vit.
21.2)
e
della
Vaticana
(Vat.
lat.
1366),
nonché
del
Digestum
vetus
(fig.
52)
conservato
a
Torino.
Il
secondo
(fig.
53),
che
incomincia
la
sua
attività
intorno
al
1330,
caratterizza
le
sue
miniature
attraverso
la
leggerezza
dei
gesti
e
l’eleganza
delle
figure
che
in
precedenza
avevano
risentito
della
gravità
giottesca,
anticipando
in
questo
modo
il
Gotico internazionale.
Nel
meridione
della
penisola
Napoli
e
la
Sicilia
continuano
a
percorrere
strade
differenti.
Napoli
si
caratterizza
per
la
predilezione
di
testi
di
carattere
storico
e
letterario,
miniati
seguendo
lo
stile
rinnovato
di
Pietro
Cavallini
e
di
Giotto.
Esempi
notevoli
sono
la
Bibbia
degli
Angiò
(fig.
54),
di
Cristoforo
Orimina,
realizzata
intorno
al
1340,
e
le
Tragedie
di
Seneca
(fig.
55),
opera
del
cosiddetto
Maestro
del
Seneca
dei
Girolamini
,
che
le
miniò dopo il 1371.
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