La miniatura gotica in Europa
Al
passaggio
tra
il
XII
e
il
XIII
secolo
continua
l’espansione
della
richiesta
e
della
produzione
libraria
e
con
questa
dell’arte
miniata,
sempre
più
nelle
mani
di
artisti
laici.
Alle
necessità
delle
Università
e
dei
loro
studenti
si
aggiunge
un
altro
tipo
di
committenza
privata,
quella,
sempre
più
ampia,
delle
piccole
e
grandi
corti
e
degli
esponenti
più
facoltosi
del
popolo
.
Così,
agli
Evangeliari
e
alle
Bibbie
atlantiche,
si
affiancano
le
Bibbie
moralizzate
e
soprattutto
i
Salteri,
la
cui
diffusione,
nel
XIII
secolo,
anticipa
quella
dei
Libri
d’ore
trecenteschi.
Si
fanno
strada
anche
i
soggetti
laici,
quali
i
romanzi
cavallereschi
e
i
codici di argomento storico.
La
miniatura,
al
pari
della
pittura
gotica,
trova
la
propria
espressione
più
tardi
rispetto
ad
altre
arti,
come
l’architettura
e
la
scultura,
che
nella
Francia
settentrionale
si
manifestano
già
alla
metà
del
XII
secolo,
per
giungere
alcuni
decenni
dopo
nell’area
mediterranea.
Un
primo
esempio
di
miniatura
protogotica
francese
si
ha
nel
Salterio
di
Albenga,
conservato
presso
l’Archivio
Capitolare
(ms. già A.4) e realizzato in area parigina verso il 1215-1225.
Pienamente
gotico,
invece,
è
l’artista
conosciuto
come
Maître
Honoré,
di
cui
sono
rimaste
poche
opere,
tutte
composte
tra
il
1287 e il 1318.
Pienamente
gotico,
invece,
è
l’artista
conosciuto
come
Maître
Honoré,
di
cui
sono
rimaste
poche
opere,
tutte
composte
tra
il
1287
e
il
1318.
Tra
queste
il
capolavoro
è
il
Breviarium
Parisiense
per
Filippo
IV
il
Bello
(fig.
34),
in
cui
inizia
a
vedersi
lo
scarto
con
il
romanico
e
il
protogotico
parigino
di
metà
Duecento,
attraverso
la
descrizione
di
sfondi
non
piatti,
una
maggiore
interazione
tra
le
figure,
le
cui
posture
sono
meno
formali
e
una
plasticità
delle
forme
ottenuta
tramite
lo
scorcio
e
l’uso del chiaroscuro.
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