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Testi di Davide Busi
T ale cambiamento   è   evidente   ponendo   a   confronto, ad   esempio,   il   De   virginitate   sanctae   Mariae    (fig.   31), di   Ildefonso   di Toledo,   prodotto   a   Cluny,   nella   Francia centro-orientale,   alla   fine   dell’XI   secolo,   e   il   Messale dell’abate   Berthold    (fig.   32),   realizzato   nel   1215   circa a Weingarten, nel sud della Germania. Le    conclusioni    a    cui    arrivano    le    diverse    scuole territoriali   sono   tuttavia   varie   e molto     differenti.     Se     in     Italia permarrà      molto      forte      l’influenza      bizantina,      in particolare    dopo    la    quarta    crociata    e    la    conquista    di    Costantinopoli (1204),   anche   in   un’epoca   in   cui   a   dominare   sarà   il   gotico,   la   miniatura francese   è   invece   caratterizzata   da   una   maggiore   plasticità   delle   figure. Eppure    esistono    delle    eccezioni,    come    quella    delle    Enarrationes    in Psalmos     (fig.    33)    di    sant’Agostino,    realizzate    a    Marchiennes,    nella Francia   del   nord   al   confine   con   l’attuale   Belgio,   alla   metà   del   XII   secolo. Nella   figura   maestosa   di   Agostino   in   trono   sono   visibili   i   riflessi   di   un conflitto   che   coinvolgerà   in   particolare   gli   atelier   tedeschi,   quello   tra plasticità   e   decorazione   ornamentale.   Un   contrasto   che   non   si   risolverà ma   vedrà   nell’ornamentazione   un   limite   alla   modellazione   plastica,   malgrado,   per   gli   artisti, questo,    sulla    scorta    delle    idee    riformatrici,    significasse    spogliare    la    realtà    degli    aspetti considerati inutili.
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