T
ale
cambiamento
è
evidente
ponendo
a
confronto,
ad
esempio,
il
De
virginitate
sanctae
Mariae
(fig.
31),
di
Ildefonso
di
Toledo,
prodotto
a
Cluny,
nella
Francia
centro-orientale,
alla
fine
dell’XI
secolo,
e
il
Messale
dell’abate
Berthold
(fig.
32),
realizzato
nel
1215
circa
a Weingarten, nel sud della Germania.
Le
conclusioni
a
cui
arrivano
le
diverse
scuole
territoriali
sono
tuttavia
varie
e
molto
differenti.
Se
in
Italia
permarrà
molto
forte
l’influenza
bizantina,
in
particolare
dopo
la
quarta
crociata
e
la
conquista
di
Costantinopoli
(1204),
anche
in
un’epoca
in
cui
a
dominare
sarà
il
gotico,
la
miniatura
francese
è
invece
caratterizzata
da
una
maggiore
plasticità
delle
figure.
Eppure
esistono
delle
eccezioni,
come
quella
delle
Enarrationes
in
Psalmos
(fig.
33)
di
sant’Agostino,
realizzate
a
Marchiennes,
nella
Francia
del
nord
al
confine
con
l’attuale
Belgio,
alla
metà
del
XII
secolo.
Nella
figura
maestosa
di
Agostino
in
trono
sono
visibili
i
riflessi
di
un
conflitto
che
coinvolgerà
in
particolare
gli
atelier
tedeschi,
quello
tra
plasticità
e
decorazione
ornamentale.
Un
contrasto
che
non
si
risolverà
ma
vedrà
nell’ornamentazione
un
limite
alla
modellazione
plastica,
malgrado,
per
gli
artisti,
questo,
sulla
scorta
delle
idee
riformatrici,
significasse
spogliare
la
realtà
degli
aspetti
considerati inutili.
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