I supporti: la pergamena, il papiro, la carta e l’avorio
La
pergamena,
tuttavia,
non
era
l’unico
supporto
usato
per
l’arte
miniata:
vi
erano
anche
il
papiro,
la
carta
e
l’avorio.
Il
papiro
è
il
supporto
più
antico,
del
quale
si
hanno
testimonianze
fin
dall’Antico
Egitto
del
III
millennio
a.C.,
e
di
cui
continuò
la
diffusione,
in
Europa,
sino
al
VII-VIII
secolo
d.C.
La
sua
fragilità
non
ne
permetteva
la
distensione,
come
avveniva
per
i
fogli
dei
codici:
l’unica
forma
possibile
era
quella
del
rotolo,
che
poteva
raggiungere
la
lunghezza
di
diversi metri.
Un
esempio
noto
è
quello
dei
rotoli
dell’
Exultet
:
diffusi,
in
particolare,
nell’Italia
meridionale
tra
il
X
e
il
XIV
secolo,
essi
erano
realizzati
per
illustrare
il
canto
liturgico
dell’
Exultet
(
Esulti
)
che,
durante
la
Veglia
di
Pasqua,
annuncia
la
resurrezione
di
Cristo.
La
peculiarità
di
queste
opere
è
l’unione
di
testo
e
immagini,
spesso
scritti
in
senso
opposto
l’uno
rispetto
alle
altre,
in
modo
tale
da
permettere
al
diacono
o
al
cantore
di
proclamare
e
ai
fedeli
di
seguire,
in
contemporanea,
attraverso le illustrazioni (fig. 3).
La
carta,
conosciuta
in
Cina
probabilmente
dal
II
secolo
a.C.
e
importata
dai
persiani
a
partire
dal
VI
d.C.,
arrivò
in
Europa
solo
nel
XII
secolo.
Prodotta
tramite
la
lavorazione
di
cenci
di
lino,
essa
venne
usata,
dal
Quattrocento,
per
la
produzione
di
piccoli
volumi.
La
sua
consacrazione
definitiva
avvenne
solamente
dalla
metà
del
XV
secolo,
con
l’introduzione
della
stampa
a
caratteri
mobili,
di
cui
contribuì
a
rendere
i
prodotti
ancor
più
economici.
Per
i
volumi
lussuosi,
tuttavia,
per
un
secolo
e
oltre,
continuò
a
essere
utilizzata
la
pergamena.
L’avorio
divenne
un
supporto
per
la
miniatura
in
un’epoca
ancora
più
recente.
Esso,
infatti,
sebbene
conosciuto
e
usato
per
creazioni
artistiche
fin
dall’antichità
greca
e
romana,
fu
utilizzato
per
realizzare
ritratti
su
medaglioni
solo
dal
XVI
secolo,
che
si
diffusero
dall’Italia
nel
resto dell’Europa.
capitolo successivo
capitolo precedente