La
gran
parte
dei
libri
di
modelli
che
si
è
conservata
era
composta,
in
origine,
probabilmente
da
semplici
esercizi
grafici
divenuti,
per
chi
ne
era
in
seguito
entrato
in
possesso,
degli
utili
esempi.
Da
questi
appunti
e
schizzi
derivano,
presumibilmente,
quei
dettagli
che,
all’interno
di
uno
stesso
codice,
si
ripetono
in
scene
diverse.
Ne
è
un
esempio
la
figura
inginocchiata
presente
nelle
due
illustrazioni
della
Vita
sancti
Cuthberti
scritta
da
Beda
(fig.
12-13)
ed
eseguita
a
Durham,
nell’Inghilterra
nord-orientale,
agli
inizi
del
XII
secolo.Vi
sono
perciò
alcune
cause
che,
nei
primi
secoli
del
Medioevo,
rendono
necessario
seguire
dei
modelli:
se
da
una
parte
vi
è
il
richiamo
al
rispetto
dell’autorità,
dall’altra
vi
è
il
principio
della
stabilitas
loci
,
ovvero
la
proibizione,
per
i
monaci,
di
viaggiare
al
di
fuori
della
propria
abazia.
Questo
comporta
che
siano
pochi
coloro
che
hanno
la
possibilità
di
andare
oltre
al
proprio
ambiente
ristretto
e
gli
scambi
di
modelli
tra
una
regione
e
l’altra
sono
molto
limitati
e
avvengono
attraverso
l’arrivo
di
opere
donate
da
signori
o
istituzioni,
o
prese
in
prestito
dalle
biblioteche
di
altre
abazie,
oppure
per
l’arrivo
di
copisti
addetti
alla
trascrizione
di
determinati
codici.Questo,
tuttavia,
non
comporta
la
totale
assenza
di
libertà
nella
scelta
estetica.
Proprio
in
questo
periodo
così
attento
al
rispetto
dell’autorità,
come
effetto
opposto,
l’individuo
e
gli
individui tendono a ricercare la libertà.
La
tensione
tra
costrizione
e
libertà
del
singolo
può
essere
ravvisata
nella
decorazione
delle
lettere
iniziali,
come
nella
Bibbia
inglese
della
metà
del
XII,
ora
a
Oxford
(fig.
14),
nelle
quali
l’estetica
libera
si
confronta
e
affronta
i
limiti
imposti
dai
modelli
e,
allo
stesso
tempo,
la
necessità
di
rendere
leggibile
la
lettera
ornata,
cercando
di
giungere
a
un
equilibrio.
Con
il
XII
secolo
e
l’ingresso
dei
laici
nell’arte
miniata
si
giunge
a
una
conclusione
paradossale.
I
secoli
a
venire,
infatti,
seguiranno
una
maggiore
standardizzazione
e
omogeneità
rispetto
al
Mille.
Questo
proprio
perché,
se
prima
l’assenza
di
libertà
individuale
comportava
una
lotta
per
ottenerla,
ora
i
laici,
attraverso
la
posizione
raggiunta,
frutto
essa
stessa
di
questa
battaglia
–
in
parte
–
vinta,
sentono
una minore necessità di rinnovamento rispetto ai monaci miniatori.
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