Il rapporto con i committenti
Il
rapporto
tra
committente
e
miniatore
può
essere
riscontrato
attraverso
i
contratti
preliminari
che,
tuttavia,
compaiono
solo
in
età
tarda.
Oltretutto
i
documenti
conservati
sono
in
quantità
minore
rispetto
a
quelli
conservati
riguardo
agli
affreschi
e
ai
dipinti
su
tavola,
e
agli
atti
sui
pagamenti
effettuati
a
lavoro
compiuto.
Questo,
probabilmente,
perché
nei
primi
secoli
del
Medioevo
a
valere
era
la
parola
data
e
forse
si
era
sviluppata
una
consuetudine
di
comportamento
che
rendeva
inutile
qualsiasi
tipo
di
documentazione.A
partire
dal
Quattrocento
si
possono
incontrare
i
primi
contratti,
i
quali
si
preoccupano
principalmente
della
qualità
dei
materiali
e
del
rispetto
della
data
di
consegna.
Si
può
citare,
ad
esempio,
l’accordo
stipulato
tra
il
vescovo
di
Autun
Jean
Rollin
e
il
miniatore
Jean
de
Planis
del
20
marzo
1448
per
la
decorazione
di
un
messale.
Il
contratto
stabilisce
l’uso
di
materiali
quali
l’oro
puro
e
un
blu
e
un
rosa
di
buona
qualità
e
il
pagamento
di
15
grossi
per
ogni
miniatura
e
uno
scudo
per
cento
lettere
maiuscole,
nonché
che
il
pagamento
–
sebbene
non
venga
specificata
la
data
di
consegna – sarebbe avvenuto di volta in volta secondo le necessità.
Quest’ultima
clausola
era
necessaria
a
causa
della
lunghezza
dei
tempi
di
realizzazione.
Il
messale
di
Autun
venne
consegnato
il
31
agosto
1450,
più
di
due
anni
dopo
la
stipula
del
contratto.
Per
la
Bibbia
di
Borso
d’Este
,
invece,
il
contratto
tra
il
duca
e
i
miniatori
Taddeo
Crivelli e Franco dei Russi venne stipulato l’8 luglio 1455.
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