Non
può
mancare,
ovviamente,
Firenze,
nella
quale
personalità
come
Cosimo
I
e
Lorenzo
de’
Medici
promuovono
la
produzione
libraria
cercando
di
rendere
la
città
un
modello
per
l’intera
Europa.
Centrale,
in
questa
politica,
è
la
bottega
di
Francesco
di
Antonio
del
Chierico,
che
instaura
un
fitto
dialogo
con
le
altre
arti,
in
particolare
con
la
pittura
e
con
i
suoi
esponenti,
da
Beato
Angelico
a
Pollaiolo.
Tanto
che
le
opere
della
bottega
fiorentina
sono
commissionate
da
sovrani
come
il
re
d’Ungheria
Mattia
Corvino,
Alfonso
d’Aragona
e
dal
duca
d’Urbino
Federico
da
Montefeltro,
per
il
quale
fu
realizzata
una
splendida Bibbia (fig. 67), in due volumi, ora alla Vaticana.
Se
l’arte
miniata
trova
nel
Rinascimento
uno
dei
suoi
vertici
più
elevati,
è
nella
stessa
epoca
che
essa
arriva
al
suo
declino.
L’invenzione
della
stampa,
alla
metà
del
XV
secolo,
e
la
sua
introduzione
in
Italia,
a
partire
dal
1465,
si
fanno
infatti
portatrici
di
novità
alle
quali,
nel
medio
periodo,
la miniatura non è in grado di dare un’efficace risposta.
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