In
Inghilterra
un
genere
molto
diffuso
è
quello
dei
bestiari,
di
cui
un
esempio
notevole
è
l’
Ashmole
Bestiary
(fig.
37),
ora
conservato
a
Oxford,
di
inizio
Duecento,
in
cui
si
intravedono
dei
caratteri
nuovi:
le
linee
più
eleganti
e
lo
stile
più
colorito.
In
questa
direzione
si
collocano
i
due
maggiori
miniatori
inglesi
del
Duecento,
William
de
Brailes,
attivo
all’incirca
tra
il
1230
e
il
1260,
e
soprattutto
il
monaco
e
cronista
Matthew
Paris
(1200-1259).
Il
primo
dà
notevole
spazio
alla
narrazione,
attraverso
l’uso
di
medaglioni
in
cui
inscrivere
la
storia,
anche
se
cura
meno
le
figure,
soprattutto
per
la
gamma
limitata
di
espressioni
facciali,
come
appare
dal
Libro
d’ore
(fig.
38),
ora
alla
British
Library,
datato
circa
1240.
Al
contrario,
Matthew
Paris,
che
fa
uso
di
disegni
colorati
di
più
facile
realizzazione,
ma
ricchi
di
inventiva,
si
distacca
dalla
tradizione
introducendo
raffigurazioni
per
certi
versi
innovative,
soprattutto
nelle
tematiche
e
nell’attenzione
alla
varietà
dell’umanità
descritta,
come
mostra,
nella
sua
Chronica
Maiora
(1240-1253),
la
rappresentazione
dell’elefante
con
il
suo conduttore (fig. 39).
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