Lo
stile
introdotto
da
Grimbaldo
e
dai
suoi
successori
è
caratterizzato
da
un
tratto
gentile,
da
una
profonda
attenzione
alla
decorazione
delle
cornici,
poste
a
contornare
le
illustrazioni,
e
nelle
quali
sono
inserite,
per
la
prima
volta
le
foglie
d’acanto.
E
sono
proprie
queste
ultime,
come
avviene
nel
Benedizionale
di
sant’Etelvoldo
(fig.
20,
Battesimo
di
Gesù)
–
del
975
circa
–,
a
introdurre
una
componente
che
discosta
questo
nuovo
corso dalla tradizione insulare, la tridimensionalità.
Accanto
a
questo
stile
moderno,
si
viene
facendo
spazio
l’illustrazione
attraverso
i
disegni
a
penna,
che
sarà
uno
dei
caratteri
fondamentali
della
miniatura
inglese.
Le
sue
origini
sono
da
far
risalire,
probabilmente,
al
Salterio
di
Utrecht
,
e
ai
contatti
tra
le
isole
britanniche
e
l’impero
carolingio.
L’aspetto
più
importante
del
disegno
a
penna,
che
per
questo
verrà
particolarmente
amato
dai
miniatori
inglesi,
in
particolare
del
periodo
gotico,
è
la
libertà
che
lascia
all’artista.
Questo
non
significa
che
con
esso
venga
meno
la
solennità
intrinsecamente
legata
all’arte
miniata,
ma
di
certo
aumenta
la
dinamicità
e
la
capacità
di
tracciare
con
pochi
tratti
la
condizione
umana,
come
mostrano
il
Salterio
di
Bury
St
Edmunds
(fig.
21,
Salmo
82
(83),
l’empio
che
si
abbandona
all’instabilità
della
ruota)
e
il
Salterio
di
Cotton
,
anche
detto
di
Tiberius
(fig.
22,
Distruzione
dell’inferno), entrambi realizzati dopo la metà dell’XI secolo.
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